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lunedì 30 settembre 2013

Allenamento mentale nel tennis

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Dopo il golf, un altro sport per eccellenza squisitamente mentale è sicuramente il tennis!

Non a caso la differenza tra i primi dieci tennisti nel ranking mondiale ed i successivi novecentonovanta è solo marginalmente nella tecnica e/o nella preparazione atletica.

Piuttosto è nella capacità di gestire la mente, le emozioni, le immagini e le parole che il tennista crea e vive durante un match.

Non è questione di dono naturale, è questione di allenamento, quello mentale.

Ed è proprio nel tennis, negli anni ‘70, che ci si rese conto di quanto la testa influisse sulle prestazioni! Fu Timothy Gallwey che, con il suo “The Inner Game”, il gioco interiore, gettò le basi del coaching!

Gallwey arrivò a questa conclusione:

“Ogni sforzo umano impegna due arene: quell’esterna e quell'interna. Il gioco esterno è giocato su un'arena esterna per superare ostacoli esterni e per raggiungere un obiettivo esterno. Il gioco interiore avviene all'interno della mente del giocatore e si gioca contro ostacoli come paura, insicurezza, dialogo interno depotenziante, mancanza di focus, e di convinzioni limitanti. Il gioco interiore è giocato per superare gli ostacoli autoimposti che impediscono un individuo o un gruppo di accedere al loro pieno potenziale.”

Dagli anni ‘70 in poi il coaching sportivo ed il mental training di strada ne hanno fatto tanta!

giovedì 26 settembre 2013

Visualizzazione nello sport, il golf

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Tra le varie tecniche che uso come Mental Coach nel golf, sicuramente merita di essere menzionata quella della visualizzazione!

E non potrebbe essere altrimenti se uno dei più grandi campioni di golf di tutti i tempi, Jack Nicklaus, in una sua biografia, scrive testuali parole:

“Non tiro mai un colpo senza averlo prima ben visualizzato in mente: prima di tutto, vedo dove voglio mandare la palla, poi vedo la palla che ci va, la sua traiettoria e il suo atterraggio. Nell’immagine successiva ci sono io che trasformo le immagini precedenti in realtà”

Perché è così importante visualizzare?
Di base c’è il concetto che l
a mente non riesce facilmente a distinguere tra la realtà percepita, attraverso i cinque sensi, e quella immaginata, visualizzata, in modo intenso.

Ti sarà sicuramente capitata la difficoltà a capire se una cosa l’hai sognata o fatta realmente. Vero?

Gli obiettivi che vuoi raggiungere in generale, od il tiro che ti appresti a fare nell’immediato, possono avere una bella spinta in più se li “vedi” chiaramente prima nella tua mente! Orientare le immagini mentali verso quello che si desidera crea un forte riferimento per l’inconscio e, infatti, la visualizzazione vivida, fa provare forti emozioni che si manifestano a più livelli!

domenica 22 settembre 2013

Perché lo psicologo parla male del coach?

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Ultimamente mi sono imbattuto in una serie di articoli sul web, scritti da alcuni psicologi, che prendevano di mira, in malo modo, la figura professionale del coach e del coaching come processo!

Incredulo a tanto astio (gratuito? forse!) cerco di capirne il perché e lo voglio condividere con te!

Una premessa importante che devo necessariamente  farti, è che nel mio percorso per diventare un coach professionista, esperto in PNL, ho conosciuto diversi psicologi che studiavano sia la Programmazione Neuro-Linguistica che gli strumenti tipici del coaching.

Durante la pratica dei vari esercizi ho chiesto loro come mai si fossero approcciati al coaching ed alla PNL e le varie risposte comprendono: per curiosità, per aiutare i clienti in modo diverso e per velocizzare i risultati! Insomma, gli psicologi che ho conosciuto nel mio percorso di studi la pensano molto diversamente dagli autori degli articoli che ho letto.

Perché? Come mai tanta critica e parole dispregiative?
La prima cosa che ho capito è che gli psicologi, autori degli articoli, hanno poco chiaro cosa fa un coach e cosa sia un processo di coaching.